Assegno INPS per NASpI anche con risoluzione consensuale, non tutti lo sanno e perdono i soldi ogni mese

Vi è una casistica che consente di ottenere l’indennità di disoccupazione (NASpI) ma che in pochi conoscono.

Quando si parla di NASpI si fa riferimento ad un’indennità rivolta a coloro che rimangono senza lavoro per scadenza del contratto o per altre ragioni ‘involontarie’ che portano la persona in questione a non poter più proseguire la sua occupazione. Effettuando richiesta si ha diritto all’indennità di disoccupazione, calcolata sulla base degli stipendi ricevuti ed erogata, proporzionalmente al periodo trascorso lavorando, per un massimo di due anni.

Cos'è la risoluzione consensuale
NASpI, quando si rischia di perderla (newsandcoffee.it)

In caso di dimissioni volontarie però il diritto alla NASpI viene a decadere, anche se vi sono alcune eccezioni che è bene conoscere per non rischiare di perdere la possibilità di ricevere dei soldi. Innanzitutto in caso di dimissioni ‘per giusta causa’ ovvero conseguenti ad un’accertata grave violazione da parte del datore di lavoro, si manterrà il diritto a ricevere il sussidio.

Ma nel caso in cui un datore di lavoro chieda al dipendente che si dimetta volontariamente promettendogli di fargli avere la disoccupazione cosa succede e, soprattutto, come bisogna muoversi? Non si tratta di casi isolati dal momento che, specialmente in occasione dell’avvio di piani di ristrutturazione interna, le aziende invitano i lavoratori a dimettersi spontaneamente così da evitare di dover procedere con i licenziamenti.

NASpI e risoluzione consensuale, come non perdere l’assegno di disoccupazione

Questo percorso potrebbe però avere pesanti conseguenze dal punto di vista della NASpI a meno che non si risolva il problema seguendo una strada che consenta di arrivare ad un epilogo positivo. Si tratta della risoluzione consensuale del rapporto di lavorativo che dovrà essere effettuata davanti all’ITL, ovvero l’Ispettorato Territoriale del Lavoro.

NASpI e risoluzione consensuale: le regole
Le condizioni da rispettare per la risoluzione consensuale (newsandcoffee.it)

Procedendo in questo modo sarà successivamente possibile per il lavoratore inviare la richiesta dell’assegno di disoccupazione. Con risoluzione consensuale del contratto si fa riferimento alla cessazione del rapporto lavorativo per volontà di entrambe le parti le quali concordano in merito alla volontà di procedere con l’interruzione.

Un’alternativa alla ‘sede protetta’ è quella di procedere telematicamente comunicandolo all’Inps ma questa risoluzione non può essere applicata ai genitori lavoratori, ai lavoratori marittimi e al lavoro domestico oltre che nel caso il lavoratore sia nel periodo di prova (in quest’ultimo caso è possibile recedere dal contratto in modo libero e senza fornire motivazioni).

Altro importante elemento da considerare per non perdere il diritto alla NASpI è che la risoluzione sia dettata del rifiuto al trasferimento ad altra sede della medesima azienda da parte del lavoratore, purché sia ad oltre 50 km di distanza dalla sua residenza o sia raggiungibile in non meno di 80 minuti con i mezzi pubblici. Anche i lavoratori che accettano, in seguito al licenziamento, l’offerta economica che il datore di lavoro propone loro nel contesto della conciliazione agevolata avranno ugualmente diritto all’assegno.

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