Si cammina sospesi sopra i vigneti, col vuoto sotto e la luce in faccia. E per qualche secondo, tutto il resto si ferma davvero.
Ci sono periodi nella vita dove tutto sembra troppo; troppo stressante, troppo difficile, troppo immenso. E poi capita quel giorno che, durante un weekend libero, decidi di visitare un luogo mozzafiato, lontano dal caos cittadino, lontano da tutto. In quel momento trovi una passerella sospesa nel vuoto. Ecco, quello è il preciso istante in cui ti rendi conto di quanto sei piccolo – e di quanto, alla fine, anche i problemi lo siano.

Non c’è rumore, solo vento. Sotto, vigneti. Davanti, orizzonte. È come se il mondo si mettesse in pausa per farti respirare davvero. Ti fermi, ti sporgi appena, e senza accorgertene stai sorridendo. E no, non serve niente: né preparazione fisica, né attrezzatura da montagna. Solo la voglia di staccare e di guardare le cose da un altro punto di vista. Letteralmente.
Quello che ti trovi sotto i piedi è acciaio sospeso nel cielo. Ma quello che senti, dentro, è tutta un’altra storia. Questo è l’effetto Skywalk. La sensazione che si prova. Eppure, in questo luogo, c’è molto di più.
Una piattaforma sospesa, un panorama che non finisce
Sembra una follia: una passerella lunga 17 metri, di cui 14 completamente a sbalzo, nel vuoto. Eppure è proprio qui che abbiamo capito quanto può essere potente il silenzio, quando lo si ascolta da 648 metri d’altezza. Il vento sulle braccia, il respiro che rallenta, e sotto… solo vigneti, luce e spazio.

La chiamano Skywalk, ed è una delle esperienze panoramiche più incredibili d’Italia. Si trova in Trentino, sul Monte di Mezzocorona, affacciato sulla piana Rotaliana Königsberg. Per arrivarci, basta salire con una delle funivie più ripide d’Europa: 8€, andata e ritorno, e in appena tre minuti siete su. Se invece volete guadagnarvela, c’è il sentiero SAT 500: 3 km, 670 metri di dislivello, percorso EE per escursionisti esperti. Una bella sfida, ma la vista ripaga tutto.
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E se pensate che l’emozione finisca lì, vi sbagliate. Basta camminare altri 20 minuti e si arriva a un ponte tibetano sospeso: stabile, sicuro, ma con quella vibrazione sotto i piedi che fa battere il cuore. Da lì si vede tutto, e qualcosa dentro si muove ancora.
Il periodo migliore? Primavera e autunno per i colori, estate per il verde vivo, inverno per l’atmosfera. E quando tornate giù, fermatevi a mangiare: Malga Kraun o l’Albergo ai Spiazzi sanno come scaldarvi lo stomaco. Polenta, spezzatino, formaggi fusi. Il genere di piatti che ti fanno capire che anche la montagna ha il suo modo di farti sentire a casa.