Nessuno vuole raccontare la storia di questo borgo fantasma tra i boschi del Nord Italia: da visitare almeno una volta nella vita

C’è un borgo la cui storia non ha un inizio e, come molti affermano, nemmeno una fine: sospesa tra i misteri delle sue origini e il fascino che continua a spingere chiunque a visitarlo.

Di borghi fantasma ce ne sono tanti, sparsi in tutta Italia. Ognuno ha il suo carico di fascino e storia, che trasuda dai resti delle mura. Basta osservarne la forma, il materiale, la posizione per fare un tuffo in un’epoca che fu. Una di quelle esperienze che mette un po’ di soggezione, ma è come se ci immergesse nei ricordi di qualcun altro.

Borgo fantasma Barego: scritta rossa su una casa
Nessuno vuole raccontare la storia di questo borgo fantasma tra i boschi del Nord Italia: da visitare almeno una volta nella vita (credit: youtube @Simone Modica) – newsandcoffee.it

Questo è l’effetto che fa Barego: un borgo fantasma la cui storia rimane incerta, ma che non manca di racconti – talvolta contrastanti. Qui le case parlano davvero, perché oltre a trovarsi in un bellissimo tratto di Appennino (ricco di porcini, in questa stagione), le sue macerie lasciano ancora spazio all’ingresso: si possono vedere chiaramente i resti all’interno delle strutture.

Un luogo angusto e al tempo stesso affascinante, con diverse case sparse nel bosco e un itinerario che ci conduce anche verso una cascata suggestiva. Insomma, un posto che non passa inosservato – e che negli ultimi anni ha attirato sempre più attenzione.

Il borgo fantasma destinato a rimanere un mistero

Siamo partiti cercando tutt’altro: il Lago do Gianasco, quella cascatina nascosta tra le rocce nei boschi di Bargagli a Genova. A un certo punto, abbiamo chiesto indicazioni a un signore del posto. “Andate pure,” ci ha detto, “ma tornate prima che faccia buio.” Sembrava solo un consiglio. Ma il tono era cupo, lo sguardo profondo. Di quelli che sembrano dire molto più di quanto pronunciano.

Porta in legno di una casa del borgo fantasma di Barego
Il borgo fantasma destinato a rimanere un mistero (credit: youtube @Simone Modica) – newsandcoffee.it

E da lì, quasi senza volerlo, ci siamo ritrovati a Barego. Un borgo fantasma dove le case cadono piano, ma raccontano ancora. Come raccontato da Simone Modica nel suo blog, non è che nessuno voglia parlarne, ma le sue origini rimangono incerte. Nessun documento ufficiale, solo voci. C’è chi dice fosse una base logistica per una cava d’ardesia, chi spinge le radici fino al VII secolo, ai tempi del vescovo Onorato. Si ipotizza che nel 1200 raggiunse il suo massimo splendore, poi fu abbandonato nel Settecento.

Eppure, qualcuno ha provato a riportarlo alla luce. Il professor Tullio Pagano, docente in Pennsylvania, l’ha raccontato nel suo libro La civiltà del castagno, lanciando un appello per restituire a Barego il ruolo di cerniera tra il Mediterraneo e il Nord Italia. La proposta ha attirato l’attenzione della multinazionale Intertek Group, che si è fatta avanti con un progetto di recupero. Il Comune di Bargagli, pur mostrando interesse, non ha mai tradotto quell’intenzione in un piano concreto.

Noi ci siamo arrivati a piedi, lasciando l’auto prima del sentiero. Bastano trenta minuti per entrare in un silenzio che pesa più di tante parole.

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